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ISTAT: primo incontro con la nuova delegazione dell'amministrazione

Si è parlato soprattutto della sede di via Depretis 77

09/05/2019
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Si è svolto mercoledì 8 maggio 2019 il primo incontro tra le organizzazioni sindacali rappresentative e la nuova delegazione di trattativa dell’Istat, rappresentata dal direttore generale Michele Camisasca, dal suo delegato Paolo Weber, e dalla delegata del presidente Vittoria Buratta.

Il direttore generale si è presentato, ha riepilogato il suo curriculum vitae professionale, da H3G fino alla regione Lombardia, evidenziando il ruolo di direttore dell’ARPA, che lo ha portato a rapportarsi spesso con l’Ispra, ente di ricerca come l’Istat.

Camisasca ha dichiarato di volere relazioni sindacali franche e rispettose dei rispettivi ruoli, volte al confronto, che è l’unico modo per trovare soluzioni.

Ha auspicato una programmazione dei lavori ed ha quindi chiesto ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali di presentarsi e di indicare la priorità di ciascuna sigla.

La dottoressa Buratta, delegata del presidente, ha ricordato che la sua esperienza professionale ha attraversato tutti i settori di produzione dell’Istituto, tranne il settore amministrativo. Ha tra l’altro sottolineato l’importanza di un confronto con i sindacati sugli strumenti di partecipazione previsti dal Dlgs. 218/2016 e dallo Statuto.

La FLC CGIL ha innanzitutto ricordato che le relazioni sindacali negli ultimi anni sono state spesso conflittuali, competitive e problematiche, da ultimo con la questione delle ferie forzate che hanno causato la rottura delle relazioni sindacali, sulle quali abbiamo chiesto un ulteriore confronto.

Abbiamo quindi auspicato la calendarizzazione fin da subito di una serie di incontri sulle questioni più urgenti.

Il primo argomento da affrontare per la sua urgenza è quello del salario accessorio (I-III e IV-VIII), al quale si legano la definitiva chiusura delle progressioni economiche (art. 53), la contrattazione sulle progressioni di livello (art. 54) e tutte le altre richieste sindacali rimaste inattese: la messa a regime del conto terzi, l’incremento dell’indennità di ente mensile, l’avvio delle procedure di mobilità tra profili (art. 52).

Prima dell’estate vanno affrontati anche i seguenti argomenti: il piano di fabbisogno, la riorganizzazione dell’Istituto (e la trasparenza nelle nomine), il riconoscimento dell’anzianità a tempo determinato, il nuovo bando di telelavoro e la sperimentazione del lavoro agile. Altri argomenti da trattare nelle prossime riunioni sono i benefici assistenziali, i regolamenti (anche quelli attuativi, come quello sulle missioni), le forme di partecipazione previste dallo Statuto, l’orario di lavoro.

Abbiamo inoltre chiesto, come ottenuto negli scorsi anni solo dopo formale diffida, che l’amministrazione fornisca al personale un calendario dei pagamenti al personale.

Il direttore generale ha quindi aperto la discussione sulla sede di via Depretis 77, partendo dai punti fermi, al di là del gossip:

  • La proprietà della sede di via Depretis 77 (il CIR) ha scritto all’Istat, annunciando di volere fare lavori per la messa in sicurezza del palazzo a partire dal 1° agosto 2019.
  • Il Consiglio è stato messo a conoscenza della comunicazione, ma non sono state individuate soluzioni definitive.

Sulla base di questi punti fermi, Camisasca ha quindi chiesto alle organizzazioni sindacali suggerimenti.

La FLC CGIL ha fatto innanzitutto notare che l’attuale allocazione del personale nelle sedi romane corrisponde a un disegno organizzativo, che è stato deciso e messo in atto solo 2-3 anni fa, e che quindi sconvolgerlo chiudendo definitivamente una sede nel polo centrale per una presunta emergenza sarebbe una decisione sbagliata e miope, che va assolutamente evitata.

La collocazione della DCME nella sede di via Depretis 77 non è frutto di un caso, ma di una precisa scelta organizzativa dell’Istat.

Se l’Istat ha in mente una nuova organizzazione avrebbe scarso senso decidere oggi dei trasferimenti magari smentiti tra pochi mesi, nel frattempo rischiando di disperdere parte del patrimonio professionale acquisito negli scorsi anni.

Inoltre la politica delle sedi è strettamente connessa con l’evoluzione dell’organico e quindi con le politiche assunzionali. Sono vari anni che il turnover non viene compensato e chiediamo quindi un rilancio delle assunzioni, oltre che di concorsi che valorizzino le professionalità interne, per rispondere al forte sottoinquadramento.

Le soluzioni secondo la FLC CGIL possono essere molteplici, a partire dalla proroga dell’attuale locazione, ovvero cercare un accordo con la proprietà per tornare a occupare la sede una volta completati i lavori. In alternativa si può cercare una sede nei dintorni di via Balbo, come peraltro l’Istituto aveva già fatto solo pochi mesi fa, allargando il campo della ricerca rispetto ad allora.

In sintesi quindi la richiesta è che il Consiglio decida di mantenere e anzi ampliare, vista la carenza di postazioni e di spazi per riunioni, la presenza dell’Istat nel “polo centrale”.

Con l’occasione abbiamo chiesto una maggiore trasparenza sulle decisioni del Consiglio, attraverso una comunicazione tempestiva.

E’ stata distribuita un’informativa sul capitolato per le mense. Abbiamo chiesto di cambiare l’usanza di consegnare fogli direttamente alle riunioni, inviando la documentazione prima degli incontri. L’informativa sembra accogliere alcune richieste della FLC CGIL, ad esempio sulla distribuzione del cibo non utilizzato. Sui distributori di acqua e sull’eliminazione della plastica il dottor Cerasoli ha annunciato un provvedimento a parte. Ci riserviamo di commentare in un’apposita nota il documento. Ci sembra comunque importante inserire nel capitolato i criteri di costituzione del nuovo comitato mensa.

Il direttore generale ha comunicato di avere chiesto e ottenuto la proroga dell’attuale servizio mensa nelle sedi romane fino al 31 dicembre.

Sul parcheggio di Tuscolana il dottor Cerasoli ha dichiarato di non aver potuto comunicare ai lavoratori l’avvio dei lavori per il parcheggio perché lo ha saputo il giorno stesso, e ha promesso di inviare un’informativa sulla tempistica.

Per quanto riguarda i lavori già previsti a viale Liegi e Depretis 74 non è attualmente prevista una tempistica.

Il direttore generale ha quindi concluso promettendo la convocazione entro due settimane di un ulteriore incontro, con un confronto su tutte le sedi, anche quelle territoriali. Sulla sede di via Depretis 77 il direttore porterà al tavolo una proposta condivisa con direttori e capi dipartimento. La dottoressa Buratta ha chiarito che, qualsiasi decisione verrà presa, saranno utilizzate tutte le possibilità (smartworking, telelavoro, ecc.) per contenere il disagio dei lavoratori.

E’ stato chiesto un incontro specifico immediato sulla sede di Genova, che da tempo attende di potere contrattare un orario più flessibile dopo la tragedia della scorsa estate, come già previsto da molti enti presenti sul territorio.

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