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ISTAT, niente distacchi di personale presso istituzioni internazionali

A causa della carenza di personale, fino a nuovo ordine niente distacchi per il personale ISTAT presso Istituzioni ed organizzazioni internazionali e nazionali.

11/06/2008
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Con una nota del 4 giugno 2008, il Presidente dell'ISTAT, prof. Biggeri, cancella la tradizionale politica dell'ISTAT per i distacchi di personale presso istituzioni ed organizzazioni nazionali ed internazionali, volta a favorire questo tipo di esperienze. Data la carenza di personale, non saranno più concesse autorizzazioni per distacchi fino a nuovo ordine. La FLC Cgil protesta e chiede al Presidente di desistere da questa iniziativa.

Pubblichiamo di seguito il comunicato della FLC Cgil ISTAT.

Roma, 11 giugno 2008
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Comunicato FLC Cgil ISTAT

In questi ultimi due anni, viste le condizioni dell'Istituto e le scarse prospettive di sviluppi di carriera interna, sono legittimamente cresciute le richieste di molti colleghi di andare all'estero come esperto distaccato (END) o in altre amministrazioni.
Improvvisamente, con un tratto di penna la nota del Presidente del 4 giugno 2008 azzera questa possibilità.
Nell'immaginario organizzativo della Dirigenza Istat c'è ancora grossa confusione, come si nota su diversi fronti, sulla natura dell'istituto nazionale di statistica. Ente di Ricerca o Ministero? E' però noto al mondo che dal 1989 l'istat è un ente di ricerca, dunque questo provvedimento presidenziale è palesemente illegittimo. Contrasta con la Carta europea dei ricercatori, contrasta con i principi del contratto collettivo della ricerca per i quali, tra le altre cose, formazione e mobilità anche internazionale sono un diritto riconosciuto a chi fa ricerca. Contrasta anche con la logica che ispira gli statuti dei singoli enti compresi il nostro, il quale continua, fino a prova contraria ad essere inserito in un sistema europeo di statistica che vede tra gli obiettivi la tutela e l'incoraggiamento anche dell'istituto dell'END, e, inoltre, continua a stipulare accordi di collaborazione con istituti anche extraeuropei.

Ancora un pessimo segnale dunque. La pur oggettiva scarsità di risorse non può giustificare un provvedimento come questo.

In modo sempre più evidente i vertici dell'istituto si mostrano inidonei a comprendere e gestire le priorità e i cardini organizzativi di un istituto di ricerca come l'istat. La crescita, la motivazione, l'aggiornamento continuo dei singoli lavoratori sono illegittimamente valutati come elementi aggiuntivi, "di premio", per questo le esperienze internazionali o in altre istituzioni italiane non vengono considerate investimento necessario. La nostra dirigenza non comprende o non conosce che nella realtà produttiva dell'istat questi sono 1) gli elementi fondativi della qualità della statistica prodotta, dunque irrinunciabili 2) continuando a proporre irrigidimenti, di dubbia legittimità, a chi chiede semplicemente un sistema adeguato di motivazione e riconoscimento, si accelera la tendenza all'esodo e si costruiscono i presupposti per un futuro produttivo senza qualità.

Dunque, tutti in caserma, non sapendo che fare l'unica strategia "consolidata" è quella di scaricare sui lavoratori i problemi dell'Istituto!
Invece di correre ai ripari attuando politiche complessive di organizzazione e valorizzazione del personale, si deprimono ulteriormente le possibilità di crescita, arrivando a "chiudere i cancelli" pur di evitare di chiedersi le ragioni della "fuga". Eppure molto dovrebbe far interrogare chi ha responsabilità di governo, l'inversione di tendenza di un istituto che fino a non molto anni fa era un centro fortemente attrattivo di professionalità di alto livello.

Appare oggi sempre più evidente la totale assenza di una politica di sviluppo del personale adeguata alla situazione, più volte denunciata da questo sindacato. In attesa dell'apertura di un confronto con lavoratori e sindacati sulle politiche di organizzazione e gestione del personale,
Invitiamo il Presidente a desistere da tale iniziativa e a darne comunicazione a tutto il personale.

9 giugno 2008

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