Ciao Nunzia, qual è la tua "storia" di lavoratrice dell'Istat?
Ho 48 anni, lavoro in Istat dal 1999 come precaria e da subito mi sono interessata ai temi sindacali e alle difficoltà di noi precari lottando per l’ottenimento del riconoscimento dell’indennità di disoccupazione a quanti di noi, da un contratto a tempo determinato a un altro, eravamo costretti a restare. Ho poi seguito con calore, impegno e convinzione la vertenza della rete di rilevazione Fol, buona parte dei rilevatori li avevo selezionati assieme ad altri due colleghi, vertenza in attesa di giudizio.
Ho imparato così che, con il dialogo e la presenza, è possibile far sentire la propria voce nelle decisioni piccole e grandi di questo Istituto.
Poi sei entrata in ruolo e hai continuato a interessarti di tematiche sindacali?
Ho continuato il mio impegno sindacale anche dopo l’assunzione a ruolo, consapevole che i problemi del mondo del lavoro sono complessi. Penso che la mia esperienza da precaria dentro e fuori dall’Istati mi aiuti ad avere uno sguardo più ampio sui problemi.
Credo fermamente nella partecipazione attiva, indice di democrazia e coscienza civile e nelle immense capacità che solo un gruppo veramente unito può manifestare al meglio, nel rispetto delle diverse esperienze.
Perché stavolta ti sei candidata, per la prima volta, alle RSU?
Ho deciso di uscire allo scoperto, di candidarmi per contribuire con tenacia e responsabilità per la difesa delle lavoratrici e dei lavoratori per migliorarne le condizioni e nel frattempo rafforzarne lo spazio di partecipazione alle scelte della FLC CGIL.