Lorenzo Cassata è all’Istat dal 2002. Dopo le battaglie per la stabilizzazione dei precari, condotte dentro e fuori dal sindacato, si è iscritto di nuovo alla FLC CGIL e dal 2007 è RSU delle sedi romane dell’ISTAT. Da poco più di un anno è il responsabile nazionale della FLC CGIL dell’Istat.
Perché ti sei candidato per la quarta volta alle RSU?
Lo sento come una responsabilità, per la prima volta infatti sono in qualche modo quello che “guida” la squadra.
In che modo stai interpretando questo ruolo?
Quello che più cerco di fare ogni giorno è rendere l’impegno sindacale un lavoro collettivo, e non una delega a chi sta sopra: non ci riesco mai abbastanza. L’altro obiettivo che mi sono dato è più concreto: la FLC CGIL deve essere il sindacato che ottiene risultati visibili per i lavoratori. Sempre di più.
Come commenti il numero record di liste sindacali presenti all’Istat di Roma?
E’ un segnale di vivacità e di partecipazione. Dal 2007 in poi la FLC CGIL all’Istat è cresciuta costantemente, riuscendo a diventare il primo sindacato in un ente dove era sempre stata minoritaria, non solo per la nostra capacità, ma anche a causa della disaffezione di una parte del personale: alle ultime elezioni RSU a Roma non ha votato il 36% del personale.
In questi ultimi anni, soprattutto grazie al nostro modo di interpretare la contrattazione, convocando continuamente assemblee prima e dopo gli incontri e facendo partecipare gruppi di lavoratori ai tavoli, la voglia di partecipazione è cresciuta.
Un altro fattore importante di cui la FLC CGIL è responsabile è l’informazione e la condivisione. Per cercare documenti, accordi, regolamenti dell’Istat ormai conviene utilizzare il nostro sito. Negli ultimi anni abbiamo moltiplicato le informazioni al personale, scatenando in una parte maggiore consapevolezza e voglia di controllare “cosa c’è dietro”. Anche in questo caso, credo che la trasparenza con la quale abbiamo agito costantemente sia stata una scelta strategica giusta.
La FLC CGIL è “unitaria” o fa le cose da sola?
La FLC CGIL è un sindacato con un proprio patrimonio ideale e di competenze, una propria capacità di discussione e mobilitazione. E di questo sono molto orgoglioso.
È al contempo vero che i colleghi chiedono sempre più “unità” e non capiscono le divisioni tra i rappresentanti sindacali, spesso viste come personalismi legati alla voglia di emergere più che a questioni concrete. Uno degli sforzi maggiori che come FLC CGIL abbiamo fatto negli ultimi anni è stato proprio quello di mantenere un livello di lavoro unitario con tutti i sindacati, in parte riuscendoci, guardando all’interesse dei colleghi.
Ma se tutti i sindacati dicono le stesse cose perché bisognerebbe preferire la FLC CGIL?
Innanzitutto non è vero che diciamo tutti le stesse cose, ed è evidente. Ma poi ci sono due semplici motivi che secondo me rendono la FLC CGIL il sindacato da votare e sostenere. Il primo è che siamo l’unica organizzazione sindacale che non si fonda su interessi di gruppi o individui, ma su valori di libertà e uguaglianza, e sul principio di difesa di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, iscritti e non al sindacato. Il secondo è che siamo l’unica organizzazione sindacale capace di stare nelle lotte e nelle mobilitazioni, di organizzarle e di appoggiarle, e contemporaneamente di avere un rapporto serio e competente con l’amministrazione nei tavoli di trattativa. Credo che in questi anni abbiamo dimostrato entrambe le cose.
La FLC CGIL è vicina all’amministrazione?
Chi pensa che la FLC CGIL sia in qualche modo “morbida” o addirittura che “gestisca” l’Istituto insieme all’amministrazione non ha alcuna idea di cosa sia un’organizzazione sindacale.
Una delle cose di cui vado più fiero della FLC CGIL dell’Istat degli ultimi anni è di avere progressivamente perso tutte le tessere dei direttori. Non perché penso che non si debba parlare con i dirigenti, ma perché quelle iscrizioni davano la sensazione di un sindacato collegato più alla carriera che alla difesa dei diritti.
La FLC in questi anni è stata l’unica organizzazione sindacale a denunciare alcuni scandali legati agli incarichi dirigenziali, non solo sostenendo il ricorso contro la dirigenza amministrativa, ma facendo quando serviva nomi e cognomi.
Quali sono i temi in cima alla lista della FLC CGIL?
La FLC CGIL si occupa di tutto quello che succede che abbia una rilevanza o una ricaduta sui lavoratori e sui loro diritti. Ovviamente abbiamo delle priorità. Gli argomenti sui quali abbiamo lavorato di più in questi anni sono stati quattro: la questione della stabilizzazione e del reclutamento, quella del salario accessorio e in particolare della valorizzazione dei lavoratori tecnici e amministrativi, la modernizzazione dell’Istituto, e la riorganizzazione delle sedi. Sui primi due argomenti – più prettamente “sindacali” – è stata costruita una vertenza e si sono ottenuti molti risultati. Sugli altri due, in qualche modo “imposti” dall’amministrazione, abbiamo messo in campo quanto siamo riusciti incidendo molto meno, ma continueremo ad impegnarci per migliorare le condizioni di lavoro, anche perché mi pare che sia sempre più evidente che quello che denunciavamo si sta realizzando e sulle possibili ricadute negative che prevedevamo avevamo ragione.
Nei prossimi mesi vogliamo mettere al centro i temi dell’orario di lavoro e della trasparenza. Il nuovo contratto nazionale ci consente di contrattare nuovamente su alcuni aspetti dell’orario, la stesura dei regolamenti del personale è il banco di prova del nuovo Istat.