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Sul riconoscimento dell'anzianità a tempo determinato l'Istat chiede ancora tempo

Il direttore generale illustra una proposta transattiva

12/10/2018
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Da oltre un anno, e ancora di più negli scorsi mesi, il direttore generale dell'Istat Antonucci ha annunciato alle organizzazioni sindacali la presentazione di una "proposta transattiva" per tutti i dipendenti che hanno avuto contratti a termine.

L'obiettivo è quello di eliminare il contenzioso per il riconoscimento del periodo prestato a tempo determinato, che peraltro ha visto nella quasi totalità dei casi l'Istat soccombere.

La proposta dell'Istat, illustrata all'inizio dell'incontro dell'11 ottobre 2018 tra sindacati e amministrazione, dovrebbe quindi riguardare tutti i dipendenti dei livelli I-III con contratti a tempo determinato a partire dal 24 ottobre 2001, data di entrata in vigore del Dlgs. 368/2001, ai quali sarebbe riconosciuta la fascia corretta, previa valutazione, nonché gli arretrati, in relazione alla presentazione o meno delle necessarie lettere interruttive. Per chi non avesse mai presentato nulla, si recupererebbero al massimo gli ultimi 5 anni di arretrati, oltre a vedere riconosciuta la fascia aggiornata per il futuro.

L'Istat rinuncerebbe inoltre a ricorrere in tutti i gradi di giudizio contro le sentenze che l'hanno condannata e si ritirerebbe dalle cause in corso non ancora arrivate a giudizio.

Questa soluzione riguarderebbe anche tutti gli ex precari stabilizzati nei livelli II e III nel corso degli ultimi anni e mesi.

Abbiamo chiesto di includere nella transazione anche le giornate di ferie perse, sia per i ricercatori e tecnologi, sia per i lavoratori dei livelli IV-VIII, per i quali si tratta sostanzialmente dell'unico diritto negato.

Durante l'incontro il Direttore generale si è limitato a illustrare a voce la proposta transattiva, senza condividerla con i presenti, nonostante le richieste. E' naturale che per una valutazione accurata e dei dettagli occorrerebbe avere una proposta scritta da poter leggere. E' ad esempio evidente che per quanto ci riguarda devono essere inclusi nella proposta i lavoratori che hanno cambiato profilo (da ricercatore a tecnologo e viceversa) o che hanno fatto un passaggio intermedio da ricercatore/tecnologo a CTER per poi ritornare al III livello. E ancora: perché limitarsi alle anzianità successive al 2001? Cosa accadrà ai pochi colleghi che hanno perso i ricorsi?

Il direttore generale ha chiarito che la proposta dell'Istat sarà presentata all'avvocatura di stato per un parere, e sarà inoltre necessario un apposito stanziamento di bilancio, certificato dai revisori interni e approvato dal Consiglio d'Istituto. 

Monitoreremo i prossimi passaggi, che probabilmente richiederanno diverse settimane per produrre risultati concreti. Il direttore generale ha comunque annunciato che l'intera questione dovrebbe risolversi entro la fine dell'anno.

Nel frattempo abbiamo chiesto all'Istat di smettere immediatamente con i contenziosi, rinunciando ai ricorsi in tutti i gradi di giudizio, pagando quanto stabilito dalle sentenze e velocizzando le procedure di valutazione in corso.

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