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Tutti lo sanno: la nuova direttrice di dipartimento dell'Istat è Monica Pratesi

Lo “scoop” è della Società Italiana di Statistica, che precede la comunicazione ufficiale

22/02/2022
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Lunedì 21 febbraio, nel pomeriggio, sulla pagina Facebook della SIS (Società Italiana di Statistica) è comparsa la seguente notizia, corredata dalle congratulazioni di rito.:

“La socia Monica Pratesi, professoressa ordinaria di Statistica presso l'Università di Pisa, attuale Presidentessa dello IASS - The International Association of Survey Statisticians, precedente Presidentessa della Società Italiana di Statistica (SIS), è stata nominata dal 1 marzo 2022 Direttrice del Dipartimento per la Produzione Statistica dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT)”.

Certo è strano che la notizia dell’incarico sia stata poi data, sempre nel tardo pomeriggio di lunedì, dal sito “Tv Prato”, mentre sul sito dell’Istat e sulla Intranet ancora non compariva nulla di ufficiale. Dopo le capacità divinatorie di Brunetta sulla stima del PIL, un altro caso di “premonizione” o forse una semplice fuga di notizie dall’Istat, sempre più simile al paese in cui, come nel bel film di qualche anno fa, “tutti lo sanno”?

 

Monica Pratesi fa parte del Consiglio dell’Istat dal 2016, riconfermata nel 2020: carica alla quale dovrà rinunciare. Auspichiamo che la nuova nomina avvenga in tempi brevi: il Consiglio non può lavorare a lungo in formazione ridotta.

 

E’ da un po’ che l’Istat stenta a trovare una guida stabile ai suoi vertici. Il Dipartimento della produzione statistica (DIPS), dopo il pensionamento dell’ex direttore Monducci (nel frattempo diventato consigliere dell’ex presidente Istat Giovannini al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili), era stato affidato - solo un anno fa - alla guida di Francesco Maria Chelli. Nella delibera di nomina si leggeva che si era “posta l’esigenza di avviare nei prossimi dodici mesi una fase di transizione che prepari il ricambio generazionale nelle posizioni di vertice, anche in vista di una potenziale revisione dell’assetto organizzativo”.

 

Negli ultimi 12 mesi non è avvenuto alcun “ricambio generazionale”, né alcuna “revisione dell’assetto organizzativo”, se si esclude la riorganizzazione che ha coinvolto gli uffici territoriali, che già mostra grandi criticità. L’Istat ha continuato ad essere governato da Gian Carlo Blangiardo, presidente in pensione da oltre 2 anni e in scadenza a febbraio del 2023. Al vertice dell’altro dipartimento (DIRM) c’è ancora Vittoria Buratta, anche lei in pensione da quasi un anno: a fine marzo si concluderanno i 12 mesi di incarico a titolo gratuito che ha accettato nel 2021. Anche per quella posizione scatterà quindi a breve un’apposita call. È continuato insomma il governo dei cessati di cui scrivevamo a marzo dell’anno scorso.

 

Pochi giorni fa ha cambiato guida anche la DCPT, l’importante direzione tecnica sotto la Direzione generale che si occupa di pianificazione. Dopo il pensionamento di Linda Pensavalli infatti l’incarico è stato affidato a un dirigente interno di lunga esperienza: Nereo Zamaro (in questo caso la delibera è stata pubblicata sulla Intranet, ma non sul sito istituzionale), “per un triennio a decorrere dal 16 febbraio 2022, salvo minor durata qualora il collocamento a riposo avvenga prima della scadenza dell’incarico”: un’eventualità decisamente probabile.

 

Con i concorsi ancora appesi (anche se proprio oggi è uscito l’elenco degli ammessi all’orale per il primo ricercatore area B, con un errore nel titolo, e stanno arrivando su Archiflow i punteggi del III livello: ma per la gran parte risulta inutile sostenere l’orale, vista l’irragionevole soglia di 80 punti), e gli incarichi dirigenziali in gran parte in scadenza a novembre di quest’anno, il ricambio generazionale ai vertici dell’Istat appare ancora una chimera. Per incapacità di valorizzare le risorse interne o magari per non scontentare nessuna delle fazioni dirigenziali presenti dentro l’Ente, spesso, come nel caso di Monica Pratesi, si ricorre a figure esterne: ultimo il direttore del personale incaricato recentemente. 

 

Ci auguriamo che Monica Pratesi, che conosce l’Istituto avendo fatto parte del Consiglio dell’Istat, possa svolgere un buon lavoro come dirigente, contribuendo a dare stabilità a un’organizzazione in grande sofferenza, in primis a causa del mancato turnover negli ultimi anni e degli insufficienti strumenti di valorizzazione professionale, ma anche per le storture conseguenti alle ultime riorganizzazioni (compresa quella appena avviata per gli uffici territoriali) sulle quali non è mai stato effettuato un vero bilancio.

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