Pochissimi passi avanti sono scaturiti dall'incontro di lunedì 29 marzo.
Sul credito orario in lavoro emergenziale l'amministrazione ha presentato una nuova bozza di verbale di confronto che ha recepito alcune richieste della FLC CGIL. Rimane però il fatto che questo accordo consentirebbe di usare il codice 110 (permesso per servizio) lavorando da remoto solamente nel weekend o nei giorni festivi, rischiando di favorire il lavoro in quelle giornate, che dovrebbe essere una vera eccezione.
Dopo le nostre obiezioni su questo punto, l'amministrazione ha promesso un approfondimento e eventualmente un'ulteriore versione del verbale di confronto.
Sui buoni pasto in lavoro agile emergenziale il dibattito si è concentrato sull'utilizzo del comma 870 dell'art. 1 dell'ultima legge di bilancio. La dirigente del servizio PBC Zaccaria ha relazionato sulla quantificazione, che sarebbe tra i 354mila e i 420mila euro e che, come abbiamo ribadito, ci appare minore di quanto plausibile. Abbiamo quindi riproposto la questione della prospettiva della competenza e non della cassa. Per quanto riguarda le modalità di erogazione abbiamo anche in questo caso ribadito che dal nostro punto di vista è prioritario che sia uno strumento snello e in grado di erogare le somme che verranno contrattate in tempi brevi, senza attendere quindi le certificazioni dei fondi (accessorio o assistenziale). L'utilizzo del fondo accessorio secondo l'amministrazione creerebbe maggiori problemi rispetto alla possibilità di non differenziare (come chiedono i sindacati) l'importo per livello. Ben venga quindi l'utilizzo dei benefici assistenziali, ma dev'essere frutto di un accordo stralcio basato su un fondo ad hoc, senza attendere la contrattazione sui benefici assistenziali, ferma ancora al 2017. L'amministrazione infatti occupa mesi di tempo per rispondere alle richieste unitarie e non risponde alle note della FLC CGIL, nonostante i ripetuti solleciti. Il direttore generale anche in questo caso ha promesso un ulteriore approfondimento, una nota tecnica sulla costituzione del fondo recuperato coi risparmi relativi ai buoni pasto, come richiesto dalla FLC CGIL, e ribadito la volontà di arrivare a una soluzione in tempi rapidi e che dia esiti velocemente. Rimane aperta la questione dei buoni pasto in lavoro emergenziale in questi mesi del 2021: rinviamo alle considerazioni approfondite, tecniche e politiche, che abbiamo svolto nella comunicazione della scorsa settimana, e che dimostrano la legitimità e l'opportunità dell'erogazione dei buoni pasto in corrispondenza dell'utilizzo del codice 602.
A domanda della FLC CGIL è stato risposto che i revisori hanno chiesto un addendum all'ipotesi di accordo sul salario accessorio 2020 (per inserire i fondi derivanti dal piano di razionalizzazione della spesa) e che solo dopo la firma di questa ulteriore ipotesi di accordo il tutto sarà analizzato dai revisori (e poi dai ministeri vigilanti). Gli arretrati per il personale (indennità di ente mensile) e per i nuovi vincitori art. 53 dovranno attendere ancora!
Per quanto riguarda l'articolo 22, i disguidi che hanno caratterizzato le "apparizioni e sparizioni" della scorsa settimana sul sito e la piattaforma selezioni on line sono stati dovuti, secondo il direttore generale, a "eccesso di zelo". Su richiesta della FLC CGIL è stato quindi chiarito che questa settimana usciranno i bandi e sarà dato il tempo adeguato per procedere alle domande.
Per quanto riguarda gli uffici territoriali è previsto per martedì 30 marzo un incontro del direttore generale Camisasca con i dirigenti delle sedi territoriali, nonché la convocazione, entro metà aprile, dell'organismo paritetico per l'innovazione. Riteniamo sia fondamentale un confronto diretto tra i lavoratori e il direttore generale, incaricato dal presidente e dal Consiglio di portare a una eventuale nuova soluzione organizzativa per il mese di giugno. Nel frattempo i dirigenti attuali sono stati prorogati per 3 mesi.
Sulla situazione del lavoro agile nelle settimane di zona rossa nel Lazio, Camisasca ha informato che le presenze nelle sedi romane sono state mediamente circa 100 al giorno (contro le oltre 300 delle settimane precedenti), di cui 60/70 nella sede centrale. Quasi certamente il Lazio resterà in "arancione" fino a fine aprile. Ancora non ci sono novità sul piano vaccinale, ma il direttore generale ha assicurato un'informativa non appena ci dovessero essere.
Registriamo complessivamente una situazione nuovamente deteriorata delle relazioni sindacali, con ritardi inaccettabili e trattative maldestre e poco trasparenti.