Dopo le mobilitazioni a marzo, l'Istat aveva deciso di regolarizzare la situazione del parcheggio di Tuscolana. A lavori finalmente terminati, lunedì 1° luglio la situazione è tornata all'emergenza di prima, con l'interdizione ai dipendenti di una parte del parcheggio. Come sempre i responsabili giocano a scaricabarile. La FLC CGIL sta facendo pressione perché il Direttore generale risolva definitivamente la questione.
A quasi quattro mesi dalla prima chiusura del parcheggio di via Tuscolana oggi, di nuovo e a lavori ultimati la società Mobil Rama, proprietaria della sede, ha interdetto una buona parte del parcheggio. La motivazione? L'amministrazione non ha provveduto a regolarizzare quanto deciso dal Consiglio nella seduta del 20 marzo. Dopo la prima interdizione del parcheggio dello scorso 6 marzo, infatti, i lavoratori riunitisi in assemblea avevano ottenuto sia l’accordo per utilizzare nuovamente tutta l’area di parcheggio disponibile, sia di portare all'ordine del giorno dell'imminente seduta del Consiglio dell'Istituto, la discussione sull'ampliamento e la ristrutturazione del parcheggio con la conseguente revisione del contratto di locazione. Il Consiglio si è espresso positivamente e a maggio sono iniziati i lavori di ampliamento che si sono conclusi lo scorso fine settimana.
Questa mattina, però, la sorpresa: molti dipendenti non sono riusciti a parcheggiare a quanto pare perché l’amministrazione non avrebbe dato corso a quanto deciso dal Consiglio in merito alla predisposizione di un nuovo e aggiornato contratto d'affitto.
Assistiamo ancora una volta a un ridicolo rimpallo di responsabilità da parte dell'amministrazione e come sempre a farne le spese sono i lavoratori.
Il Direttore Generale nella pienezza delle sue funzioni deve immediatamente porre riparo a questa ridicola situazione, perché se non si riesce nemmeno ad attuare la soluzione di un problema risolto, allora la situazione più che imbarazzante è tragica e non immaginiamo neppure cosa succederà nella gestione di problematiche ben più complesse.
FLC CGIL, 1 luglio 2019