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ISTAT: incontro con il presidente Giovannini del 25 giugno 2012

Le organizzazioni sindacali sono state chiamate per un confronto sul Piano Strategico Triennale 2013-2015 e sulla valutazione della performance

26/06/2012
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Il Presidente dell'Istat ha inviato nei giorni scorsi due documenti ai sindacati: una bozza del Piano Strategico Triennale 2013-2015 e un documento sulla valutazione della performance per il 2012.

Piano Strategico Triennale

Sul PST la FLC CGIL ha fatto le sue osservazioni, notando innanzitutto come mancasse un "consuntivo", rispetto ai precedenti PST. Abbiamo espresso preoccupazione, sia per il quadro finanziario, sia per il ruolo dell'Istat all'interno dell'Amministrazione Pubblica, all'interno dell'attacco generale al sistema della ricerca operato da questo e dal precedente governo. E' stato richiamato il problema del turnover bloccato e del DPCM autorizzativo per le assunzioni 2009, quello dei precari (che fine ha fatto il tavolo sull'articolo 5?) e del personale interno privo di possibilità di valorizzazione professionale. Il ruolo del nuovo "censimento continuo", cui si fa più volte riferimento nel PST, deve essere legato alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro degli attuali lavoratori a tempo determinato. Come sindacato abbiamo chiesto delucidazioni sul punto del PST in cui si parla di offrire "servizi per il mercato", e anche sulla reale necessità di acquisire nuove "risorse qualificate esterne", per snellire le procedure amministrative dell'Istat. Infine abbiamo chiesto di esplicitare il ruolo della rete territoriale dell'Istat all'interno del PST, sia dove si parla dei "servizi per il mercato", sia quando si accenna al rapporto con gli enti locali.

Il presidente Giovannini ha risposto, dicendo che effettivamente l'Istituto, anche se avrebbe incrementato decisamente la sua autorevolezza negli ultimi anni, è a rischio. Ad oggi ci sono solo i soldi per pagare gli stipendi. Mancano almeno 20-25 milioni che sono stati tagliati e devono essere recuperati. Si vedrà se nella Legge di Stabilità saranno reintegrati. Non ci sono novità sul DPCM 2009. Il ruolo dell'Istat, secondo Giovannini, è quello di essere un ente di ricerca che goda però dell'autonomia di finanziamento di un'authority (come la BCE), ma ad oggi questa è una prospettiva che non c'è, vista la crisi economica. Stesso discorso vale per i "servizi per il mercato", che l'Istat potrebbe offrire cambiando "cultura", ma in questo momento non troverebbe probabilmente comunque molto mercato. Il censimento continuo è ancora solo una proposta ed è ovvio che molto del futuro dell'Istat, e degli Uffici regionali in particolare, dipenderà dal finanziamento nei prossimi anni di questa ipotesi. La risorsa esterna sarà coinvolta per un tempo limitato: l'Istituto ha bisogno di un aiuto per rivedere le procedure, tutte basate sulla vecchia organizzazione. Infatti con il 2011 c'è stato un break: anche per questo non è possibile fare confronti con il passato. Il presidente ha infine auspicato la ripresa del tavolo tecnico sull'art. 5, la chiusura della trattativa sul salario accessorio 2011 e ha annunciato un giro nelle sedi per presentare il PST.

Sul sistema di valutazione della performance

I sindacati hanno chiesto di bloccare tutto e tornare indietro, notando come la sperimentazione sul 2011 abbia solo creato disagi e inutile dispendio di energia. Come FLC CGIL abbiamo inoltre  fatto notare che la legge obbliga solo a fare una sperimentazione, ma la sperimentazione l'Istat di fatto non l'ha fatta. Ha direttamente applicato la legge nel modo più semplice possibile, fallendo nell'intento. Le ricadute negative sono state devastanti, la sperimentazione ha fatto dei danni e l'Istat ne è consapevole. Nel documento inviato ai sindacati si parla di sostituire Libra: vogliamo forse spendere altri soldi per un nuovo software? Quello che al massimo si può fare è una sperimentazione vera, ovvero su un campione. Si potrebbe usare effettivamente Libra per la valutazione 'collettiva', correggendone le distorsioni, ma al contrario nella sua proposta l'Istat continua a parlare di 'valutazione individuale', estendendola dai "comportamenti" alla parte "organizzativa". La 'cultura' che potrebbe e dovrebbe passare è quella della valutazione finalizzata a una migliore organizzazione del lavoro, non certo se la finalità è fare una classifica.

Giovannini ha risposto dicendo che la valutazione di ricercatori e tecnologi è uno dei problemi ancora aperti, così come il ruolo delle unità operative nel processo di valutazione (su questo ci saranno dei ragionamenti nella seconda parte del 2012). Nonostante la legge 150 non tracci una valutazione finalizzata al miglioramento organizzativo, e nonostante effettivamente la prima sperimentaizone sia sostanzialmente fallita, il Presidente ha al contempo sostenuto che ci sono stati degli aspetti positivi, avendo contribuito a estendere la "cultura della valutazione". La decisione è già presa, anche dal Consiglio: si continuerà a fare "sperimentazione" su tutto l'Istat per la valutazione anche per il 2012.

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