Nel testo del cosiddetto "decreto sviluppo bis" (o "decreto Crescita 2.0"), varato dal Consiglio dei Ministri dello scorso 4 ottobre, si prevedono importanti novità che riguardano le attività dell'Istat, tra le quali il varo, dal 2016, del "censimento continuo".
All'art. 3 comma 3 si legge nello specifico:
3. Agli oneri derivanti dalla realizzazione delle attività preparatorie all’introduzione del censimento continuo mediante indagini statistiche a cadenza annuale, nonché delle attività di cui al comma 2 si provvede nei limiti dei complessivi stanziamenti già autorizzati dall’art. 50 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2012, n. 122. Per far fronte alle esigenze connesse alla realizzazione delle attività di cui al presente comma e al comma 2 il termine di cui al comma 4 dell’art. 50, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2012, n. 122, è prorogato al 31 dicembre 2015.
Ciò significa che con gli eventuali avanzi di gestione l'Istat è autorizzata ad utilizzare i fondi censuari per contratti a termine per un altro anno (la scadenza precedente era il 31 dicembre 2014).
Una buona notizia. L'amministrazione deve convocare le organizzazioni sindacali. Diventa a questo punto ineludibile la riapertura del tavolo sull'articolo 5 del Contratto Nazionale.
Seguirà un comunicato di commento.