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Presidente dell'Istat: stallo sulla nomina

Il governo proceda a una call trasparente per dare all'Ente un presidente autorevole, credibile e in tempi rapidi

14/04/2023
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Dopo il comunicato stampa del segretario della FLC CGIL al momento non sembra essersi compiuto lo “scambio” che alcuni giornali avevano ipotizzato e le forze politiche di opposizione continuano a non volere votare in commissione il rinnovo della presidenza Blangiardo, come risulta da una dichiarazione di mercoledì 12 aprile della senatrice Maiorino del Movimento 5 stelle. Nonostante il termine per la discussione nelle commissioni sia ampiamente scaduto, così come la proroga di 10 giorni, la maggioranza al momento non ha dato segnali di tornare a una procedura “regolare” di nomina, attraverso una call aperta del Ministro della Pubblica Amministrazione fra i professori ordinari di statistica ed economia. La norma ad hoc per retribuire anche se in pensione i presidenti di Enti la cui nomina è sottoposta a parere parlamentare (norma che il governo vorrebbe applicare - oltre a Blangiardo - anche a Brunetta per il CNEL, con un’ulteriore forzatura), contrariamente a quanto scritto da alcuni siti di informazione, è rimasta intatta nel cosiddetto Decreto PNRR, approvato giovedì 13 dal Senato e destinato ad essere ratificato nei prossimi giorni dalla Camera. Anzi, si sono allargate le fattispecie ai presidenti degli enti per i quali è prevista anche solo l’informativa al Parlamento. Quella che non è passata è un’ulteriore deroga al divieto di incarichi (tutti gli incarichi!) a pensionati nella Pubblica amministrazione, nel cosiddetto Decreto PA approvato dal consiglio di ministri del 6 aprile (il cui testo ufficiale non è ancora stato pubblicato!).

Desta peraltro stupore che nella commissione competente del Senato si sia brevemente discusso ancora della “vicenda Blangiardo” giovedì 13 aprile, mostrando che né i parlamentari di opposizione, né il presidente della commissione, di maggioranza, sappiano che Blangiardo non è più il presidente dell’Istat dal 21 marzo, essendo scaduto il suo mandato il 4 febbraio ed essendo trascorsi anche i 45 giorni di prorogatio previsti per legge.

Dal 22 marzo il rappresentante legale dell’Istituto Nazionale di Statistica è il professor Francesco Maria Chelli, come deciso dal Consiglio il 16 marzo.

Una procedura di “autotutela” dell’Istituto, peraltro inedita. Nel 2013, quando si verificò un’improvvisa vacatio della presidenza, a causa dell’ingresso di Enrico Giovannini nel governo Letta, fu emanato un DPCM che nominò formalmente come presidente temporaneo Antonio Golini, nelle more della nomina del nuovo presidente (che avvenne un anno dopo!). Nel 2018, quando Alleva era scaduto e la nomina di Blangiardo era ancora in alto mare, uscì un altro DPCM che ratificò la presidenza pro tempore di Maurizio Franzini, all’epoca consigliere anziano. Oggi manca un provvedimento che dia copertura normativa alla presidenza di Chelli: una situazione che certo non può durare a lungo. Le forze di governo si assumano la responsabilità di dare all’Istat un presidente autorevole, credibile e in tempi rapidi, con il necessario ampio consenso parlamentare, abbandonando definitivamente la strada degli scambi di nomine, peraltro con organismi di natura completamente differente. Il ministro Zangrillo pubblichi l’avviso pubblico per la manifestazione d’interesse alla presidenza dell’Istat, come avvenuto nel 2014 e nel 2018

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