In un comunicato al personale, abbiamo ribadito le nostre posizioni e l'attuale situazione su concorsi, scorrimenti, articolo 15 e 22.
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Reclutamento e valorizzazione professionale all'Istat: la FLC CGIL ha le idee chiare da tempo, mancano le risposte
Ricapitoliamo quali sono le nostre richieste e proposte, a fronte delle quali l’amministrazione ha dato negli scorsi mesi risposte parziali e ora appare immobile, in attesa della soluzione della questione della nomina del presidente.
Articolo 22 e concorsi al III livello
La procedura dell’art. 22 che si è conclusa, insieme agli esiti dei concorsi del 2018, ha rappresentato solo una prima risposta, largamente insufficiente, alla questione del sottoinquadramento.
Secondo noi – come sosteniamo da tempo - ci sono i margini normativi ed economici per scorrere completamente le graduatorie di III livello e per allargare i posti dell’art. 22 di conseguenza: questa operazione porterebbe fuori dal sottoinquadramento circa 50 colleghi e consentirebbe l’ingresso di 30 nuovi ricercatori e tecnologi, oltremodo necessari.
Il nuovo concorso di III livello potrebbe essere quindi bandito nella seconda parte dell’anno, facendo seguito a queste operazioni, e consentendo di segnare un’ulteriore opportunità per i colleghi attualmente inquadrati in profili e livelli che non corrispondono alla propria esperienza professionale, oltre a reclutare nuovo personale.
Nell’incontro previsto per venerdì 21 aprile è presente all’ordine del giorno “art. 22 ex d.lgs.75/2017”, dopo la nota unitaria dello scorso 29 marzo. In quell’occasione rappresenteremo queste posizioni.
Se, come auspicabile, l’Istat fosse orientato a riconoscere un assegno ad personam ai colleghi passati dal IV (o V) livello al III, ovviamente, come sempre sostenuto dall’amministrazione (in particolare dal direttore del personale), questo provvedimento dovrebbe riguardare sia i lavoratori assunti con l’art. 22, sia attraverso i concorsi pubblici. Altrimenti si aprirebbe un contenzioso dannoso per tutti.
Articolo 15 e concorsi al I e II livello
La scelta del Consiglio di utilizzare pienamente le graduatorie dell’articolo 15 ci ha trovato ovviamente a favore, ma abbiamo sempre scritto e detto che parallelamente vanno scorse integralmente anche le graduatorie dei concorsi di I e II livello del 2018, peraltro rimaste con pochissimi colleghi, che si troverebbero beffati e che hanno certamente pari valore a coloro che sono inclusi in quelle dell’art. 15.
Si dia quindi immediata attuazione a quanto previsto dal PIAO, scorrendo le graduatorie dell’art. 15. Se la lettera a Funzione pubblica (che ritenevamo e riteniamo inutile) è stata inviata, a meno di una risposta negativa, si può procedere per silenzio/assenso, a meno di riconoscere che l’Istat è un ente a “sovranità limitata”, che ha bisogno di un’autorizzazione scritta per eseguire quanto deciso. In concomitanza, si deve decidere di scorrere integralmente le graduatorie dei concorsi 2018 di I e II livello, anche perché nel frattempo si sono già realizzati risparmi nello scorrimento già attuato (al 150%), grazie alle doppie idoneità, alle rinunce, nonché alle dilazioni della presa di servizio.
Solo dopo, subito dopo, si può e deve procedere a nuove selezioni ex art. 15, tenendo conto delle osservazioni sindacali sui bandi.
Assunzioni a tempo determinato
Dopo la scarna comunicazione relativa a una “discussione” nel comitato di presidenza di gennaio sul “tema dell’utilizzo di graduatorie esistenti per assunzioni a tempo determinato richieste per la realizzazione di attività legate al PNRR”, prontamente da noi stigmatizzata nella sua incongruità con un’apposita nota, abbiamo ricevuto notizia che alcuni dei (pochissimi) residui idonei della graduatoria del concorso da 100 Cter sono stati contattati dall’Istat per un contratto a termine. Possibile che una decisione del genere sia stata presa senza un provvedimento del Consiglio, in assenza di un presidente, senza informare minimante le organizzazioni sindacali? Per questo abbiamo inviato un comunicato unitario al personale mercoledì 19 aprile, giorno in cui l’Unione Europea ha espresso l’ennesima bocciatura sulle norme che regolano il tempo determinato nella pubblica amministrazione italiana, anche negli enti di ricerca.
La situazione di incertezza sulla nomina del presidente e sulla sua tempistica non può essere il pretesto per rinviare le decisioni importanti sine die, paralizzare il confronto sindacale e lasciare che il primo direttore che passa si autoproclami autorità assoluta, bypassando gli organi preposti, a cominciare dal Consiglio, e le organizzazioni sindacali.
L’Istat può e deve scorrere integralmente tutte le graduatorie in essere (anche quei pochi posti della procedura art. 53 del 2022, sui quali pure si era convenuto ma che evidentemente sono stati dimenticati): può farlo, lo sforzo economico è alla sua portata ed è utile alla produttività dell’Ente. Solo una volta compiuta questa operazione si potranno far partire le nuove procedure di reclutamento e valorizzazione professionale urgenti e necessarie per il futuro dell’Istat, che altrimenti rischierebbero di aprire solo un contenzioso sindacale e giudiziario.
Presidente o non presidente, le risposte su questi provvedimenti necessari e richiesti a gran voce dal personale, non possono ancora attendere a lungo.
FLC CGIL, 20 aprile 2023