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L'Istat vuole affondare definitivamente l'indagine sulle forze di lavoro

A rischio il lavoro di 317 precari. La FLC e la CGIL ribadiscono la loro contrarietà alle ipotesi prospettate e contrasteranno i tentativi, palesi o nascosti, di esternalizzare la rete FOL.

05/12/2008
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La rete di rilevazione nasce ad ottobre 2002 con la ristrutturazione dell'indagine sulle forze di lavoro. Da allora viene condotta da circa 320 lavoratori (con contratto di co.co.co), con un notevole miglioramento della qualità dei dati rilevati. Da anni i lavoratori e la FLC CGIL conducono la battaglia per l'internalizzazione della rete e per garantire i diritti.

Pubblichiamo di seguito il volantino delle iniziative che la CGIL e la FLC hanno organizzato per la prossima settimana, che si inseriscono nella iniziative di avvicinamento allo sciopero generale del 12 dicembre.

Roma, 5 dicembre 2008
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CGIL - FLC CGIL

L’ISTAT vuole affondare definitivamente
L’indagine sulle forze di lavoro

Dopo sette anni l’ISTAT non è in grado di garantire una soluzione che impedisca la chiusura dell’indagine e la disoccupazione per i 317 rilevatori precari dal 31 dicembre 2008

Mentre si rincorre il progetto di privatizzazione dell’indagine prende drammaticamente corpo la prospettiva dell’esternalizzazione verso una società privata.

Il confronto con le OO.SS. sul futuro dell’indagine aperto grazie alle mobilitazioni dei lavoratori è colpevolmente fermo. Una delle indagini più importanti del paese rischia così il naufragio definitivo.

Nelle settimane scorse l’ISTAT ha avviato la gara per l’appalto di 260.000 interviste con tecnica CAPI concernenti l’indagine continua sulle Forze di lavoro (biennio 1/4/2009 – 31/3/2011). Il valore stimato dell’appalto è di 16.500.000 € (IVA esclusa), a fronte di un costo attuale dell’indagine per i soli rilevatori di 6.000.000 €. Seguendo questa via i costi aumenteranno almeno del 40% senza alcuna garanzia per la qualità della rilevazione. L’incompetenza dell’ISTAT ci mette nella condizione di ritenere questa l’ipotesi oggi maggiormente quotata. Anche perché l’alternativa teoricamente preferita dall’Amm.ne, la società a capitale ISTAT a cui affidare la rilevazione, resta di difficile realizzazione: a parte i dubbi sulle capacità “imprenditoriali” e sul piano industriale, questa scelta comporterebbe la privatizzazione – una vera e propria cessione di ramo d’azienda – di un segmento molto importante della produzione statistica (peraltro in un momento di grave crisi economico-finanziaria destinata ad avere pesanti ripercussioni sui livelli occupazionali), con un sensibile aumento dei costi e nessuna garanzia per i lavoratori della rete, condannati, in ogni caso, ad un ineluttabile destino di precarietà infinita. Verrebbe meno in questo modo anche una delle importanti funzioni di controllo e gestione, oggi prerogativa degli uffici regionali dell’ISTAT, con il conseguente depotenziamento della rete territoriale dell’Istituto, proprio mentre si discute di federalismo.

La scarsa professionalità con cui l’ISTAT si appresta a ristrutturare una delle indagini più importanti per il Paese, distruggerà un patrimonio professionale e tecnico/scientifico, costruito in anni di sperimentazione, che ha determinato l’eccellenza degli standard di qualità, affidabilità, ottimizzazione dei costi. Per altro la scelta di andare ad una privatizzazione della rete contrasta con gli orientamenti prevalenti in Europa e con le raccomandazioni dell’ONU circa la qualità dell’informazione prodotta dalla statistica ufficiale, che deve fondarsi su principi di affidabilità, trasparenza, imparzialità, pertinenza, efficienza e riservatezza. Principi che possono essere garantiti solo da una rete di rilevazione statistica pubblica.

E’ per queste ragioni che la FLC e la CGIL ribadiscono la loro contrarietà alle ipotesi prospettate e contrasteranno i tentativi, palesi o nascosti, di esternalizzare la rete FOL. Valutano che la proposta di una struttura interna dedicata all’acquisizione dei dati (cui affidare anche altre rilevazioni) rappresenti la soluzione migliore; le norme contrattuali vigenti per il Comparto della Ricerca la consentono, sia per quanto riguarda il rapporto di lavoro, l’inquadramento professionale, la retribuzione contrattuale, che per le necessarie flessibilità dell’orario di lavoro. Chiediamo che si avvii in tal senso una fase di sperimentazione e che si consenta la proroga dei rapporti di lavoro dei rilevatori.

Purtroppo dobbiamo ad oggi registrare che il confronto avviato dall’ISTAT con le OO.SS., ottenuto grazie alla mobilitazione dei lavoratori con il blocco temporaneo della pubblicazione dei dati dell’indagine relativi al III trimestre del 2008, langue e le soluzioni sin qui prospettate dall’Ente rischiano di non garantire la continuità dell’indagine. Infatti, si tratta di soluzioni di non immediata e facile attuazione, mentre nel frattempo i contratti di co.co.co. dei rilevatori scadranno il 31/12/2008.

Mentre sul versante istituzionale è lo stesso ministro Brunetta, a proposito della rete FOL, che rispondendo ad una interrogazione parlamentare scritta, smentisce quello che afferma su altri tavoli circa l'efficienza della PA e teorizza per i rilevatori il precariato a vita. Secondo le sue affermazioni la forma della co.co.co. sarebbe quella che meglio risponde alle esigenze della rete, la retribuzione media di un rilevatore pari a 1.346 € mensili lordi (comprensivi di rimborsi spese per auto, ecc…) sarebbe congrua e poi, in fondo, i rilevatori non sarebbero precari della Ricerca!!! Sorvola, inoltre, sul fatto che le soluzioni prospettate produrranno un sensibile aumento dei costi dell’indagine.

Forse il ministro è stato male informato, ma l’ISTAT è un Ente Pubblico Ricerca e negli Enti non lavorano solo ricercatori. L’indagine sulle Forze di Lavoro è continua (così viene definita dai regolamenti europei) e rientra nelle attività istituzionali dell’Ente, quindi la figura del rilevatore dovrà in ogni caso avere una tipologia contrattuale diversa dal co.co.co., anche se subordinati ad un soggetto privato. Provi poi il Ministro a verificare in prima persona se 1346 € mensili lordi sono congrui, una volte tolte le spese vive necessarie per le interviste e le tasse dovute, e cerchi di rispondere al quesito che i rilevatori si pongono da anni: perché mai il loro destino deve essere così precario, da anni legato ad un emendamento in finanziaria??? Quali sarebbero i benefici che la PA ricaverebbe dall’incremento dei costi dell’indagine?

PER TUTTI QUESTI MOTIVI I LAVORATORI DELLA RETE SARANNO A ROMA:

MERCOLEDI' 10/12/2008 PRESIDIO PERMANENTE A PALAZZO VIDONI

GIOVEDI' 11/12/2008 ASSEMBLEA NAZIONALE DEI RILEVATORI
AULA MAGNA V. BALBO

VENERDI 12 DICEMBRE SCIOPERO GENERALE

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