Che giudizio dai della trascorsa esperienza nella RSU Istat di Roma?
Il giudizio non può che essere positivo, visto che l’unica RSU Istat di Roma che è riuscita a riunirsi e a lavorare è stata proprio quella eletta nel 2007. Fino ad allora il sindacato che aveva la maggioranza assoluta dei componenti non aveva fatto funzionare la RSU. Nel 2007 invece, dei 21 componenti RSU eletti, ben 13 appartenevano a CGIL (7), ANPRI (2), UIL (2), CISL (1) e UGL (1), consentendo così alla RSU di Roma di lavorare, anche se con una maggioranza al limite.
Quindi la RSU di Roma era composta di 21 persone ma di fatto ha funzionato con 13?
Sì, perché nonostante le convocazioni delle riunioni fossero estese (ovviamente) a tutti i componenti, gli eletti dell’USI non si sono mai presentati.
Con una maggioranza al limite immagino che era fondamentale che tutte le sigle sindacali andassero d’accordo.
Effettivamente si, con 13 componenti su 21 i margini di manovra erano ridotti, ma già dalla prima convocazione era emerso uno spirito di collaborazione e la volontà di dare un senso al mandato ricevuto dagli elettori che hanno consentito alla RSU di funzionare, nonostante le difficoltà oggettive. La CGIL ha messo un impegno straordinario nella riuscita della RSU con risultati molto positivi.
Qual è stato il primo passo della RSU una volta insediata?
Innanzitutto è stato approvato un Regolamento di organizzazione che ha il pregio di essere molto “asciutto”, ma allo stesso tempo completo di quelle regole che possono garantire il buon funzionamento della “macchina”. Contestualmente si è proceduto con la nomina di un Coordinatore, un Vice Coordinatore e un Segretario. Tali nomine rimanevano valide per 6 mesi rinnovabili per altri 6 mesi. Questo organismo, guidato sempre da componenti della CGIL, con un impegno straordinario ha consentito il funzionamento della RSU.
Quali sono le iniziative che hanno caratterizzato l’attività della RSU Istat di Roma?
Devo premettere che la RSU negli Enti di Ricerca non sostituisce le organizzazioni sindacali, ma le integra. Pertanto le materie di contrattazione decentrata rimangono di competenza delle OO.SS., mentre la RSU si occupa principalmente di ambiente di lavoro e formazione. Pertanto la prima cosa fondamentale che ha fatto la RSU Istat di Roma ha riguardato la nomina dei Responsabili per i lavoratori della sicurezza (RLS), richiedendo anche all’Amministrazione di organizzarne la formazione. Successivamente la RSU ha lavorato costantemente con gli RLS per garantire un livello di attenzione molto alto su tutte le problematiche delle diverse sedi di Roma.
E per quanto riguarda la formazione?
La RSU ha fatto un approfondimento specifico sul Piano annuale della formazione predisposto dall’Amministrazione ed ha effettuato uno studio ad hoc richiedendo all’Amministrazione i dati relativi alla fruizione dei corsi per tipo di corso, direzione, livello e profilo. In conseguenza di tale studio è stata prodotta una relazione che è stata consegnata ai referenti Istat per discutere in appositi incontri le criticità emerse e le iniquità riscontrate.
Quali altre attività della RSU puoi citare che possano testimoniare l’importanza di questo organismo?
Diverse sono state le iniziative della RSU nel periodo di funzionamento. Ricordo in particolare le battaglie portate avanti per contenere i danni provocati dalla Legge Brunetta del 2008 relativamente alla malattia ed agli accertamenti diagnostici e dalle interpretazioni spesso molto restrittive dell’Amministrazione Istat. La RSU Istat di Roma è stata anche molto impegnata nel trovare soluzioni agli innumerevoli problemi che riguardavano allora il servizio bar e tavola calda delle diverse sedi romane. Ha effettuato incontri periodici con diversi rappresentanti dell’Amministrazione per risolvere problemi emersi in fase di trasferimento di personale e strutture organizzative da una sede all’altra. Si è occupata delle problematiche emerse con lo stabilimento balneare di Ostia. In alcuni casi si era spinta anche oltre le materie di stretta competenza, affrontando la discussione di diversi problemi che riguardano la composizione del fondo assistenziale, la ripartizione per tipo di sussidio e il regolamento, ormai obsoleto, che regola l’erogazione di tale fondo. Tutto ciò a testimonianza del fatto che la RSU ha un ruolo complementare a quello delle singole sigle sindacali, un ruolo fondamentale su diverse materie che impattano sui lavoratori dell’Istat, ha il vantaggio di riunire tutte le sigle sindacali e quindi può costituire un fronte compatto contro l’Amministrazione.