In seguito all’emanazione dell’ultimo DPCM, che prevede la divisione in 3 delle regioni italiane, la FLC CGIL ha inviato una nota mercoledì 4 novembre, chiedendo di portare “in lavoro a distanza (602) perlomeno tutto il personale delle sedi che si trovano in città o regioni che saranno definite come ad alto rischio, chiudendone quindi gli uffici, e inserendo un automatismo in base alle future decisioni in merito da parte del governo”. Giovedì è uscita una delibera del DIRM che ha collocato in lavoro agile emergenziale (602) tutto il personale delle sedi territoriali ricadenti nelle aree “rosse”: Torino, Milano e Catanzaro.
Abbiamo inoltre proposto “un confronto all’interno di tutti i comitati (nazionale e territoriali) nei prossimi giorni, allo scopo di monitorare le eventuali criticità e pervenire alle opportune soluzioni”. Molti comitati territoriali sono già convocati, mentre venerdì è arrivata la data del comitato romano: l’11 novembre. Durante l’incontro di venerdì 6 novembre il direttore generale ha inoltre convenuto sulla necessità di una riunione del comitato nazionale nei prossimi giorni.
Infine nella nota abbiamo ricordato alcune questioni irrisolte legate all’emergenza: “la procedura - soprattutto informativa - da seguire in caso di un dipendente risultato positivo”, “l’attribuzione del buono pasto in caso di lavoro a distanza legato all’epidemia”, e “le indennità di turno per i pochissimi colleghi che ne sono stati esclusi nei primi mesi di emergenza”.
Fino al 3 dicembre è stato “sospeso l'accesso alla biblioteca e all'archivio storico, a seguito delle ulteriori disposizioni atte a fronteggiare l'emergenza epidemiologica”.
Durante l’incontro del 6 novembre abbiamo inoltre chiesto un riscontro sulle condizioni di sicurezza dei rilevatori che operano sul campo per l’Istat: il direttore generale ha specificato che sarà fatta una comunicazione ad hoc.
Segnaliamo che sulla Intranet dell’Istituto sono state comunicate le ultime novità normative in tema di assenze legate al Covid.