Questa settimana sono usciti due articoli sulla stampa nazionale, uno sul Corriere della Sera, l'altro sul Domani, che segnalano ancora una volta la precarietà dell'Istituto Nazionale di Statistica, a causa dell'incapacità del governo di procedere alla nomina del presidente.
Finalmente giovedì 22 febbraio 2024, come anticipato dalla stampa, è uscito sul sito del Ministero della Pubblica Amministrazione l'avviso pubblico per la presentazione delle manifestazioni di interesse per la individuazione del presidente dell’ISTAT.
C'è tempo fino al 23 marzo per inviare tramite pec l'apposito modulo in pdf per la candidatura, corredato di curriculum vitae. Diversamente dal passato, non è previsto un modulo on line (il processo di digitalizzazione della P.A. evidentemente non è lineare) e nemmeno l'invio di una lettera contenente le "linee programmatiche", così come non è precisato se saranno pubblicati, come è avvenuto nel 2014, i nomi dei candidati.
Come scritto due volte nella pagina del ministero, "un organismo composto da tre membri e da un segretario, nominato con decreto del Ministro per la Pubblica amministrazione, valuterà i candidati e sottoporrà allo stesso Ministro i tre ritenuti maggiormente rispondenti ai requisiti".
Visti i passaggi succesivi e la necessità del consenso sullla nomina dei due terzi delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, come indicato dalla stampa è facile ipotizzare che la conclusione della procedura richiederà comunque alcuni mesi.
Con almeno un anno di ritardo, finalmente il ministro Zangrillo ha fatto quello che era nella sua responsabilità e che la FLC CGIL ha indicato fin dall'inizio e ribadito più volte come il primo ineludibile atto da compiere per procedere alla nomina del presidente, dopo avere lasciato per tutto questo tempo l'Ente e i suoi lavoratori appesi all'improbabile conferma dell'ex presidente Blangiardo e avere forse accarezzato l'idea di un inedito "commissariamento", che come ricordato dall'articolo del Domani, la FLC CGIL ha indicato come un'ipotesi fuori dalle norme.
Il Consiglio d'Istituto scadrà il 29 aprile 2024. Oltre al presidente, tra i membri uno è nominato dal COMSTAT, a sua volta scaduto il 29 settembre 2023, e difficilmente potrà essere ricostituito in tempi brevi (uno dei membri è lo stesso presidente dell'Istat, e altri membri sono nominati dal governo "sentito il presidente dell'Istat"). Un pasticcio che difficilmente sarà sanato in tempo, ben evidenziato in questo passaggio dell'articolo sul Domani: "Al vaglio di Palazzo Chigi c’è infatti una proroga per il consiglio, che deve inevitabilmente restare in carica per evitare una paralisi totale. Bisogna garantire un minimo di continuità amministrativa. Fatto sta che c’è un cortocircuito mai avvenuto nella storia dell’istituto di statistica. Era accaduto, certo, che un presidente fosse in veste di facente funzione ma mai in concomitanza della scadenza dei consiglieri".