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L'Istat procede con la chiusura immediata della sede di Piazza Indipendenza

Le organizzazioni sindacali scrivono unitariamente al presidente

21/03/2015
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Il 19 marzo, dopo l'incontro informativo di lunedì 16, è uscita la delibera n. 36 a firma del direttore generale Antonucci, che delinea la chiusura immediata (il prossimo 30 aprile) della sede Istat di Piazza Indipendenza n. 4 (ex ISAE). Dopo l'assemblea di giovedì, le organizzazioni sindacali hanno scritto oggi unitariamente al presidente allegando una nota che sintetizza le principali criticità di un trasferimento immediato del personale e delle attività a via Tuscolana.

I sindacati FLC CGIL, FIR CISL, UIL RUA e ANPRI CIDA chiedono al presidente Alleva un incontro urgente per motivare la contrarietà alle modalità con cui tale decisione è stata presa e ai tempi che vengono individuati nella delibera.

Nella nota allegata alla richiesta vengono indicate le attività in corso o programmate dalle strutture coinvolte nel trasferimento, già illustrate sinteticamente nella riunione del 16 marzo. Dal documento si può evincere che l’Istat, per garantire lo svolgimento della funzione pubblica che è chiamata ad assolvere, non può procedere alle operazioni di chiusura e trasferimento in maniera così repentina come la delibera n. 36/DGEN impone. Esperienze analoghe vissute in Istituto portano a valutare che i tempi imposti siano da rimodulare, anche alla luce della ripetuta intenzione, da parte dell’Amministrazione, di procedere all’acquisizione di una nuova sede in via Balbo, che permetterebbe di ottemperare agli obblighi di razionalizzazione in materia di locazioni della PA in maniera coerente con le effettive esigenze funzionali degli uffici e del personale impiegato, senza sottoporre questo personale a trasferimenti affrettati e probabilmente non definitivi.

Proprio il rischio di effettuare ulteriori parziali trasferimenti di sede, la necessità di riallocare l’archivio storico dell’Istat, recentemente sistemato proprio nei locali riadattati di Piazza Indipendenza, la necessità di reperire, probabilmente fuori degli spazi disponibili in Istat, locali per la corrente attività di formazione e di cooperazione internazionale sia esterna che interna, fanno ritenere che la richiesta della Banca d'Italia non può determinare i tempi di questa operazione, che devono invece essere vincolati dalle valutazioni che solo l'Istat deve fare per garantire lo svolgimento delle sue funzioni. L’argomentazione del risparmio economico avanzata dal Direttore generale durante l’incontro del 16 marzo deve essere valutata insieme alle questioni di opportunità esposte nella nota e pesata alla luce di due fattori: la necessità oggettiva di modificare la data proposta e la valutazione reale dell’onere economico che deriverebbe da una chiusura repentina.

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