Nella documentazione ricevuta dall’amministrazione sono elencate alcune “ipotesi di quantificazioni” che dovrebbero essere presenti nel Piano di fabbisogno 2020-2022 dell’Istat:
- la conclusione dei concorsi avviati lo scorso anno e riaperti il mese scorso al I, II e III livello, assumendo i vincitori nel corso del 2020 (e la conferma della decisione di non scorrere le graduatorie di I livello ancora valide)
- il bando di procedure articolo 15 (al I e II livello) per 56 posti nel 2020
- un concorso di circa 100 posti per il profilo CTER di VI livello nel 2020-2021
- un concorso per circa 70 posti al III livello nel 2022
- un bando di mobilità per assumere 1 dirigente di II fascia
- l’avvio, finalmente, delle procedure di mobilità tra profili IV-VIII (art. 53) e I-III (art. 65)
- la previsione di continuare a bandire le selezioni articolo 53 e 54 (senza numeri) nel triennio 2020-2022.
Non possiamo negare che la riattivazione dell’articolo 15 è un passo importante, così come condividiamo la scelta di bandire concorsi al VI e al III livello. Crediamo però che nel triennio lo sforzo assunzionale possa e debba essere maggiore, in considerazione del forte turnover.
Manca l’impegno a utilizzare l’art. 22 comma 15 del Dlgs. 75 del 2017, strumento per rispondere al sottoinquadramento, così come è assente nel documento di sintesi un accenno alla questione dei rilevatori di forze lavoro e spese e alla possibile internalizzazione delle interviste sul campo.
Durante l’incontro ci aspettiamo di ottenere maggiori dettagli. E’ infatti necessario che il fabbisogno, e quindi il piano di assunzioni, tenga conto delle criticità più forti, come lo “spopolamento” che si riscontra in alcuni settori e in molte sedi territoriali.
Il comunicato della FLC CGIL sul piano di fabbisogno dopo l’incontro del 10 ottobre