Ludovica Ioppolo è entrata all'Istat nel 2013. E' una delle lavoratrici più giovani dell'ente.
Dopo alcuni anni a Roma, si è trasferita all'ufficio di Palermo.
Da subito è entrata nel sindacato. Si è impegnata soprattuto nella battaglia per la stabilizzazione dei
precari e sui temi dell'
organizzazione dell'Istat e della prevenzione della
corruzione.
Da poco più di un anno fa parte del
Comitato di Ente della FLC CGIL dell'Istat.
Come ti trovi all'Istat?
Lavorare all'Istat è per me una grande opportunità di costruire conoscenza
a servizio della collettività, per analizzare fenomeni sociali e per la valutazione delle politiche pubbliche.
Da gennaio finalmente non sono più precaria e questo ha fatto aumentare il mio senso di appartanenza all'Istituto. Spero che presto ci saranno nuovi bandi e nuove assunzioni: sono passati molti anni da quando ho finito i miei studi universitari e un ente di ricerca come il nostro ha bisogno di rinnovamento, oltre che di continuare a formare le risorse interne.
Qual è la caratteristica del lavoro nelle sedi territoriali?
Negli uffici regionali abbiamo un ruolo se possibile ancora più importante, almeno dal mio punto di vista, perché la conoscenza che produciamo è direttamente a servizio del territorio: ho scoperto che il lavoro in una sede territoriale è molto appassionante perché è variegato e trasversale, abbiamo la possibilità di conoscere indagini diverse e di portare le informazioni statistiche fuori dall'ufficio, nelle scuole, le università,... nella società in generale.
Perché hai scelto di candidarti?
Nell'ultimo periodo, confrontandoci tra colleghi, ci sentiamo spesso scoraggiati e demotivati, si percepisce una scarsa condivisione e capacità di ascolto e valorizzazione delle competenze: sento quindi il bisogno e la responsabilità di impegnarmi, nel mio piccolo, per contribuire a migliorare le nostre condizioni di lavoratori, dai problemi più concreti che incontriamo nella vita quotidiana, alle problematiche legate all'organizzazione del lavoro, alle questioni più generali relative alla qualità e indipendenza della statistica ufficiale che produciamo.