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Elezioni RSU all'ISTAT: un voto utile per la FLC CGIL

Intervista a Fabrizio Stocchi, coordinatore della FLC CGIL ISTAT, candidato nella sede di Roma

27/02/2012
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Ciao Fabrizio, perché un lavoratore dell'Istat dovrebbe votare per la FLC CGIL alle RSU?

E' un momento difficile per i lavoratori, usciamo da una fase tremenda, non compiutamente elaborata e descritta dai giornali e dall'informazione. Il governo Berlusconi, attraverso le “riforme” di Brunetta e Tremonti, ha scardinato l'organizzazione del Pubblico Impiego. L'ha fatto non solo con i tagli lineari, ma anche eliminando diritti acquisiti fondamentali. Sostanzialmente si è tolta la terra sotto ai piedi alle aspettative dei lavoratori, sottraendo poco a poco diritti e flc-cgil-istatambiti di contrattazione alle organizzazioni sindacali. Le stesse RSU, con la complicità dei sindacati che in questi anni terribili hanno fatto da spalla alle politiche antisociali di Berlusconi, sono state rinviate fino ad oggi. E' già una grossa vittoria che finalmente, un anno e mezzo dopo la scadenza naturale, si vada a votare il 5, 6 e 7 marzo prossimi.

Per questo prima ancora di chiedere un voto a noi, faccio un appello perché si vada a votare. Le RSU sono al contempo uno strumento di democrazia diretta nelle mani dei lavoratori e un momento di “conta” del consenso delle sigle sindacali, in cui cioè con il voto si determina quanto ogni organizzazione pesa. Per questo i sindacati che hanno avuto comportamenti conniventi con il potere in tutti questi anni non volevano che si votasse.

In questa situazione, chi vota per la FLC sceglie di appoggiare l'organizzazione che ha fatto meglio opposizione, rimanendo vicina ai lavoratori, quotidianamente colpiti da misure inique e punitive. Nel nostro settore non si contano i provvedimenti che riteniamo “non riformabili”, dalla Legge Brunetta sulla valutazione, alla trasformazione di part time e aspettativa per dottorato da diritti esigibili in richieste, alla criminalizzazione della malattia, all'incredibile blocco triennale degli stipendi e delle carriere.

Votare per la FLC CGIL significa quindi dare un segnale forte, dire che è stato giusto opporsi in questi anni e che è necessario invertire il percorso di distruzione di tutto ciò che è "Pubblico" operata fin qui. Ma votare la FLC significa anche dare forza alla CGIL in tutti i suoi comparti, a cominciare dai meccanici della FIOM, che stanno subendo un attacco incivile da parte della FIAT e di Confindustria.

Venendo all'Istat, pensi che le liste presentate dalla FLC CGIL siano adeguate?

Io credo siano una bella rappresentazione di forza. Dicono concretamente che la FLC si muove davvero su tutti i fronti. Abbiamo dimostrato in questi anni che questo è il modo per dare gambe alle singole vertenze. Nelle liste della FLC CGIL Istat ci sono tecnici e dirigenti di ricerca, ricercatori e tecnologi e amministrativi, provenienti da tutte le sedi regionali e romane. Una fotografia ampia della condizione professionale dei bisogni e delle aspettative del personale Istat. Ci sono i più noti attivisti FLC da tutti riconosciuti perché hanno saputo con costanza ascoltare i lavoratori attivandosi concretamente per la soluzione dei loro problemi. Ci sono anche persone non iscritte che scelgono di dare con la propria presenza maggiore rappresentanza dentro al sindacato ad una singola vertenza o condizione professionale oppure che decidono, candidandosi, di rafforzare il proprio impegno nella difesa dei diritti propri degli altri.

Qual è la cosa che ti preoccupa maggiormente in questo momento?

La verità è che oggi è il quadro complessivo ad essere preoccupante. Anni fa da precario sostenevo che la precarietà non era la condizione di una fetta di lavoratori ma il modello verso cui pericolosamente tendeva tutto il lavoro anche quello stabile. Oggi verifichiamo effettivamente che sono diventate precarie le retribuzioni, le carriere, i diritti, le prospettive pensionistiche, per tutti. Viviamo un’epoca senza precedenti nella storia recente. In queste condizioni bisogna continuare a seguire tutti i fronti aperti senza lasciare nulla indietro.

Detto questo è ovvio che la condizione del personale con contratto a termine rappresenta in assoluto la maggiore preoccupazione e la principale emergenza cui far fronte. Ad oggi, se non si aprono strade nuove, a partire dalla rimozione dei limiti all'utilizzo del turnover nei prossimi anni, centinaia di lavoratori dell'Istat, peraltro “reclutati” già attraverso un concorso davvero selettivo, rischiano di essere espulsi dall’Istituto benché già pienamente inseriti nelle attività ordinarie. E parliamo di lavoratori che, a differenza della “nostra” generazione di precari in gran parte provengono da lunghe precedenti esperienze di precariato. Non è, come sostiene qualcuno, il precariato di seconda generazione, è quello di prima che dopo anni di lavoro già svolto ad alta professionalità ancora non riesce a collocarsi in modo stabile nel sistema della ricerca del nostro Paese. Il fatto di non essere riusciti a rendere questo pezzo del lavoro parte attiva in queste RSU è grave e getta sicuramente un'ombra sulle elezioni e sulla loro forza. 

Un voto alla FLC CGIL può cambiare le cose?

Sicuramente una vittoria dell'unico sindacato che è davvero dalla parte dei lavoratori, tutti i giorni, può aiutarci e darci forza. Del resto questa votazione è l'unico strumento di democrazia nel posto di lavoro che esiste: non possiamo permetterci di non usarlo o di usarlo male. Una vittoria della FLC rafforzerebbe l’argine creato in questi anni all’unilateralismo dell'amministrazione dell'Istat, l’unico voto utile di cui, in questa fase politica, c’è davvero bisogno.

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